Donato dal figlio Aldo e giunto al Centro Apice a dicembre del 2020, l’archivio di Nino Besozzi è stato schedato ed inventariato ed ora l’inventario è disponibile online nel nostro Portale.
di Raffaele De Berti
I 29 volumi che costituiscono l’archivio “Nino Besozzi” (Milano, 1901 – Milano, 1971), meticolosamente organizzati cronologicamente dallo stesso attore e costituiti da recensioni, rare e bellissime fotografie di scena, locandine e molto altro, non solo ci restituiscono una straordinaria autobiografia del brillante attore di teatro, cinema e televisione, ma rappresentano una preziosa testimonianza del mondo dello spettacolo italiano dagli anni Venti agli anni Sessanta osservati dal punto di vista di uno dei protagonisti.
Infatti Besozzi, fin dal 1919 e per tutti gli anni Venti, è scritturato da prestigiose compagnie teatrali come quelle di Irma Grammatica – Romano Calò o di Ruggero Ruggeri – Virgilio Talli – Alda Borelli. Il 1931 è per Besozzi l’anno del grande successo in teatro e al cinema, con l’affermazione delle sue migliori qualità recitative di una comicità venata d’ironia. Nella rivista Le lucciole della città Besozzi, accanto a Vittorio De Sica, Giuditta Rissone, Umberto Melnati e Camillo Pilotto, è particolarmente apprezzato dalla critica (“eccellente”) nel ruolo parodistico di Napoleone “sull’aria del petroliniano Gastone”. Inoltre, nella stagione 1931-1932 nasce la compagnia Dina Galli – Nino Besozzi – Enrico Viarisio, con un repertorio comico-brillante di commedie di successo come Costa Azzurra, con l’originale messa in scena di Bragaglia testimoniata dalle fotografie dell’archivio.
Nel cinema debutta in La segretaria privata, uno dei primi film sonori italiani, diretto da Goffredo Alessandrini con Elsa Merlini e Sergio Tofano, nel quale interpreta un giovane direttore di banca che con garbo e autoironia conquista la bella e vivace segretaria. Tutti gli anni Trenta e i primi anni Quaranta sono segnati da una grande attività cinematografica di Besozzi – che pure non tralascia mai quella teatrale spesso anche come capocomico –, che può essere seguita nel suo sviluppo attraverso gli 8 volumi dei 29 dell’archivio dedicati al cinema, costruiti esclusivamente con splendide fotografie scattate sui set dei film, che costituiscono di per sé un lungo cineracconto visivo di backstage del cinema italiano, in particolare del genere commedia. Un genere, questo, nel quale Besozzi si afferma come uno degli interpreti principali del periodo, lavorando con registi come Mario Camerini, Raffaello Matarazzo, Camillo Mastrocinque, Guido Brignone e molti altri. Nel dopoguerra ritorna sul set con Anna Magnani in Abbasso la miseria! (1945) di Gennaro Righelli e in altri film, fino agli anni Sessanta, così come lavora in televisione in varietà (Lui, lei e gli altri, 1956), in diverse prose e in sceneggiati (Mont Oriol, 1958 e Il conte di Montecristo, 1966).
In parallelo all’attività cinematografica e televisiva continua e privilegia sempre quella teatrale, accanto, fra gli altri, a Vittorio De Sica, Vivi Gioi, Antonio Gandusio, Dina Galli. Tra i successi maggiori di questi anni è da ricordare Siamo tutti milanesi (1952) di Arnaldo Fraccaroli.
Nel 1965 scrive l’autobiografia Cosa farai da grande?, da leggere insieme a quella visuale dei 29 volumi dell’archivio come un unico, appassionante fototesto dello spettacolo italiano.